mercoledì 5 marzo 2014

Perchè una battaglia contro il caro libri?

Cos'è un libro? La domanda sembra prevedere una semplice risposta, ma il libro in realta` nasconde una serie consistente di significati diversi. Certo un libro lo conosciamo, sappiamo la sua consistenza, il materiale con cui e` costruito, l'inchiostro con cui e` stampato, ma ne conosciamo veramente la pluralità di aspetti che conserva?

I libri su cui studiamo all'università poi hanno delle specifiche caratteristiche che sono determinate dal loro utilizzo particolare.

Innanzitutto all'oggi il libro e` una merce di consumo. E come una merce di consumo si comporta. Il suo successo o meno dipende da un mercato, la sua diffusione e` frutto di manovre editoriali, della costruzione di consenso e di fiducia intorno a dato libro o a dato autore e la sua vendita produce ricchezza nelle mani delle case editoriali e di alcuni (non molti tutto sommato) autori. I mezzi di produzione e diffusione appartengono a pochi e il prodotto, il libro stesso, e` alieno a chi materialmente l'ha stampato e rilegato e spesso anche a chi l'ha scritto.

Un libro pero` non e` neanche solo una merce, nasconde un valore specifico che e` quello di essere strumento di educazione, formazione e costruzione di senso comune nei fruitori che lo utilizzano. Uno strumento a doppio senso, da un lato per comunicare, esprimere e diffondere sentimenti, istanze, idee, teorie, dall'altro per apprendere, formarsi, emozionarsi, identificarsi (confermare e rafforzare la propria identità data più che altro).


I libri universitari in quest'ultima accezione, ma anche nella prima (e poi spiegheremo), hanno specifiche ancora piu` profonde. Sono pensati e costruiti per diffondere un sapere specifico in forme determinate e a un pubblico di un certo tipo. Il loro valore formativo e` sezionato, compartimentato e confezionato sul modello dei corsi di studio. La scelta dell'utilizzo di un libro piuttosto che di un altro e` a discrezione delle scelte di un professore e delle istituzioni universitarie a seconda delle loro tendenze, necessita`, e di quelle generali dello Stato che intendono l'università come strumento di formazione di lavoratori e lavoratrici di un certo tipo.

Se osservato da questo doppio punto di vista il libro puo` essere a seconda dei casi strumento di esclusione o di inclusione. Strumento di esclusione o inclusione a sua volta in due sensi, di studenti e studentesse o di idee, teorie e ipotesi. Il costo dei libri puo` essere uno strumento di esclusione degli studenti dalla fruizione della formazione universitaria. Sempre di piu` la sommatoria dei costi dei libri a quelli delle tasse, del cibo, dei servizi e per i fuori sede anche di casa dissuade molte persone ad intrapendere il percorso degli studi universitari. Il costo e` una pregiudiziale immediata che divide l'università tra chi può permettersela e chi no, con tutte le variabili di ascesa sociale (sempre meno), formazione critica e personale che ne conseguono.

Il secondo meccanismo di esclusione e` chiaro ed e` la selezione dei corsi da proporre, delle teorie da studiare, dei modi in cui farlo e infine dei libri su cui farlo. L'università divisa, sezionata e frammentata in cui studiamo tende a escludere pezzi di sapere che reputa inutili per la produzione complessiva o addirittura pericolosi per la sua stabilita` di istituzione.

Questi due aspetti dell'universita` e dei libri che vengono utilizzati tende a rendere questo dispositivo della formazione sempre di piu` per pochi. Fare una battaglia contro il caro libri vuol dire opporsi a questa tendenza pretendendo un'universita` accessibile a tutti e la possibilita` per gli studenti di partecipare al processo decisionale che determina la direzione in cui si sta andando.

I libri sono uno strumento, usiamoli per costruire un'universita` diversa!

Nessun commento:

Posta un commento